domenica 24 gennaio 2010

video

Ho realizzato questo digital storytelling in seguito ad un progetto attuato con i ragazzi stranieri, in collaborazione con l'insegnante di religione che stava trattando con la classe le grandi religioni. In gruppo abbiamo preparato le informazioni che potevano interessare i compagni e chiesto in prestito ai genitori il Corano, gli abiti e altri oggetti. E' stata una lezione condotta dai ragazzi che presentavano alcuni elementi della loro cultura e rispondevano alle domande dei compagni. Alla fine abbiamo ricavato dal filmato questo digital storytelling. http://www.youtube.com/giovanna0365

sabato 23 gennaio 2010

Karawan. Dal deserto al web


Karawan. Dal deserto al web di Mernissi Fatima
Giunti

In questi giorni sto progettando un viaggio in Marocco, un viaggio al femminile di cinque donne che nell’ambito del loro lavoro hanno a che fare con famiglie straniere. Ci accompagnerà Mohamed, il mediatore che opera con noi nelle situazioni più critiche e una donna italiana che parla arabo. Non sarà una vacanza ma un viaggio alla scoperta di questa cultura e per avviare una riflessione sul mondo femminile e sulle implicazioni della migrazione in Italia. E’ prevista la visita e la permanenza in un villaggio per conoscere il mondo tradizionale e l’incontro con alcune voci della cultura araba. Fra queste vorremmo incontrare Mernissi Fatima ed ho cominciato a leggere il suo libro.
Già nelle prime pagine è stato doveroso fare delle sottolineature:
“…il Sufi persiano Bistami nell’VIII secolo raccomandava il viaggio come strumento di auto-conoscenza e ripeteva a chiunque lo volesse stare a sentire che lo scambio è più facile con uno straniero con cui si hanno delle affinità che con un parente prossimo che non condivide le nostre idee: “ Dio mio, quante persone vicine ci sono di fatto lontane: E quanti stranieri lontani ci sono molto vicini!”… “
L’ho sperimentato personalmente nelle ore trascorse con amici di altre culture a parlare senza tener conto del tempo che passava e nei silenzi che colmavano di un vuoto denso e pesante le conversazioni con italiani molto distanti dal mio modo di essere e di pensare la vita.
Forse questo spiega i rapporti intensi che possono nascere nella rete, al di là dei luoghi, del tempo e del sostrato culturale di cui siamo impregnati.
Questo nelle prime sette pagine, la lettura si preannuncia interessante e se davvero avrò il piacere di incontrare questa scrittrice, un po’ di lei già mi apparterrà.

ACLE


Ritorno ora da un corso di formazione a Desenzano organizzato dall’Acle http://www.acle.it/:

"L'Associazione Culturale Linguistica Educational ACLE ha riassunto nell'acronimo R.E.A.L. (Rational Emotional Affective Learning ) l'impianto teorico che colora tutte le sue attivita' . E' il coinvolgimento affettivo, emotivo e razionale che crea la volonta' di apprendere e fissa i concetti nella memoria a lungo termine. Questo approccio olistico ha il grande vantaggio di motivare il discente e di creare sinergie tra lui e il docente.
L'ACLE ha ottenuto il 21 giugno 2006 dal Ministero Della Pubblica Istruzione MPI l'accreditamento come previsto dal D.M. n°177/2000 per la formazione docenti.
L'ACLE propone un tipo di Vacanza Studio in lingua inglese. Da 25 anni propone summer camps (vacanza residenziale ) e 15 anni city camps (vacanza nella tua citta') con tutors madrelingua formati secondo il proprio fondamento pedagogico.
ACLE collabora con il gruppo editoriale Editrice La Scuola, Modern Languages e La Spiga Languages, che ha pubblicato, materiale didattico appositamente concepito a supporto delle sue proposte per il P.O.F.: Theatrino, English Day, English School Camps.”

E’ sempre un’esperienza che entusiasma e ridona energia e ritengo importante proporla ai nostri studenti. Ci sono tutor di madre lingua inglese, sono animatori entusiasti preparati ad insegnare la lingua inglese in modo veramente coinvolgente e trascinante. E’ ancora il “learning by doing” che qui sollecita l’apprendimento tramite attività ludiche che sanno coniugare la dimensione intellettiva con la dimensione corporea. Gli insegnanti possono sperimentare queste modalità ed apprendere un nuovo modo di fare didattica. Per chi è interessato c’è la possibilità di organizzare in estate settimane di full immersion per i propri studenti nel proprio comune di residenza ed è un’esperienza di forte rilevanza umana, non solo didattica, sia per gli alunni, sia per il camp director, sia per le famiglie.
E’ stata una giornata intensa ma molto piacevole, in un clima veramente caldo e familiare con una organizzazione impeccabile.