
Karawan. Dal deserto al web di Mernissi Fatima
Giunti
In questi giorni sto progettando un viaggio in Marocco, un viaggio al femminile di cinque donne che nell’ambito del loro lavoro hanno a che fare con famiglie straniere. Ci accompagnerà Mohamed, il mediatore che opera con noi nelle situazioni più critiche e una donna italiana che parla arabo. Non sarà una vacanza ma un viaggio alla scoperta di questa cultura e per avviare una riflessione sul mondo femminile e sulle implicazioni della migrazione in Italia. E’ prevista la visita e la permanenza in un villaggio per conoscere il mondo tradizionale e l’incontro con alcune voci della cultura araba. Fra queste vorremmo incontrare Mernissi Fatima ed ho cominciato a leggere il suo libro.
Già nelle prime pagine è stato doveroso fare delle sottolineature:
“…il Sufi persiano Bistami nell’VIII secolo raccomandava il viaggio come strumento di auto-conoscenza e ripeteva a chiunque lo volesse stare a sentire che lo scambio è più facile con uno straniero con cui si hanno delle affinità che con un parente prossimo che non condivide le nostre idee: “ Dio mio, quante persone vicine ci sono di fatto lontane: E quanti stranieri lontani ci sono molto vicini!”… “
L’ho sperimentato personalmente nelle ore trascorse con amici di altre culture a parlare senza tener conto del tempo che passava e nei silenzi che colmavano di un vuoto denso e pesante le conversazioni con italiani molto distanti dal mio modo di essere e di pensare la vita.
Forse questo spiega i rapporti intensi che possono nascere nella rete, al di là dei luoghi, del tempo e del sostrato culturale di cui siamo impregnati.
Questo nelle prime sette pagine, la lettura si preannuncia interessante e se davvero avrò il piacere di incontrare questa scrittrice, un po’ di lei già mi apparterrà.